Intervistare Gianna Nannini è sempre un piacere. La sua verve e la sua energia è contagiosa ma questa volta ci ha sorpreso con una spiegazione storico/tecnica molto interessante:
Gianna, l’ultima volta che ci siamo sentite era il 2017. Di tempo e tempi bui ne sono passati in questi anni ma finalmente l’estate scorsa hai ricominciato il tuo tour “La differenza”: dopo il covid secondo te il pubblico è piu’ consapevole del valore, del coinvolgimento e dell’emozione che dona la musica live? Secondo me c’è molta positività nel vedere il concerto con piu’ partecipazione, piu’ energia. E’ tutto amplificato dopo l’impossibilità di stare vicini: alla fine il concerto è questo ed è potenziato al massimo. A Nashville ho registrato “la differenza” e ho voluto portare la mia band in tour. E’ una band potente, fa paura, e il pubblico ne percepisce la bravura ed è ancora piu’ coinvolto. Anche “La differenza” ha portato molto entusiasmo, è piaciuto e ne sono contenta.
Infatti il tuo ultimo album è stato accolto benissimo. Spesso tra i commenti sotto i tuoi video musicali si riscontrano parole come “voce penetrante, emotiva, sconvolgente” e le persone scrivono che riesci a cantare le emozioni che condividono in tanti. Dopo tanti anni di carriera ti emozionano ancora questi giudizi, ti spronano? Si, perché un certo tipo di musica si basa molto sull’introspezione e quindi io guardo dentro di me. Tanta gente che ama quello che scrivo non riesce a tirarle fuori queste cose. E’ importante, anche salutare, estrapolare questi sentimenti e non tenerle dentro. Bisogna tirare fuori le parole giuste per esteriorizzare. A volte e sono autoriflessioni ma non autocompiacimento perché si potrebbe usare la propria tristezza per colpire maggiormente. Ma io le tiro fuori, perché, se sono cose tristi, non accadano. Poi c’è anche la gioia che deve essere esposta non solo la parte piu’ scura di noi.
E in questi testi la tua voce conta tantissimo: ho scoperto che il tuo timbro vocale è particolare grazie alla capacità di produrre note Melismatiche. Sono queste che entrano nel cuore del pubblico? E’ una caratteristica del canto melodico italiano soprattutto del sud che non tutti possiedono. Le note melismatiche sono la capacità di intonare un gruppo di note su un’unica sillaba ad altezze diverse ed è una particolarità che si percepisce anche se non si conosce questa parola. Per esempio Claudio Baglioni possiede questa tecnica che poi viene usata molto nella lirica. Io la uso nel rock in modo naturale e ne escono armonie particolari e apprezzate. Addirittura le gare poetiche in toscana e nel centro sud si basavano su chi era piu’ bravo a tenere lunga la nota melismatica.
Parliamo dei featuring che hai fatto ultimamente. Hai cantato con Coez ne “Il motivo” ma anche con un mostro sacro come Francesco De Gregori riproponendo la vostra versione di “Diamante” di Zucchero che è di una intensità disarmante. Quanto ti arricchiscono queste collaborazioni con generazioni diverse? Con i giovani mi piace condividere la mia esperienza con la loro freschezza, portare il mio apporto in quel tipo di musica italiana e dare anche una marcia in piu’. Ovviamente non poteva mancare la collaborazione con De Gregori che è il capostipite della cultura folk che è diventata canzone d’autore in Italia. Avevo già scritto canzoni per De Gregori ma questa volta ho voluto condividere anche la sua voce che è bellissima.
Gianna, oltre al Premio Tenco hai vinto anche un premio per il rock d’autore per la qualità letteraria dei tuoi brani. Insomma è limitativo definirti solo una star del rock! Io ho cominciato come autrice e poi alcune me le sono cantate ma la differenza sta tra quando suono con la band e quando suono da sola con il piano o la chitarra. Li’ si crea un momento di intimità particolare in cui nascono parole che sono state riconosciute da questi premi. Fa sempre piacere riceverli!
Dopo questa intervista e questa spiegazione tecnica affascinante sulla sua caratteristica vocale, avremmo l’occasione di ascoltarla a Ginevra e a Zurigo, in un modo del tutto nuovo! Grazie Gianna!
Giovedì 1° dicembre 2022, ore 20
Hallenstadion, Zurigo
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Venerdì 2 dicembre 2022, ore 20.30
Théâtre du Léman, Ginevra