Giovanni Edgar Charles Galletto Savoretti, in arte Jack Savoretti, lo abbiamo visto cantare nella serata dei duetti di Sanremo con gli Ex-Otago a conferma che il suo successo di fama internazionale è finalmente stato accolto anche in Italia. È nato a Londra da padre ligure e madre inglese, ma conserva un temperamento estroverso, sicuramente mediterraneo. Tuttoitalia lo ha intervistato in occasione della promozione del suo prossimo concerto a Zurigo, in programma domenica 20 marzo 2022 al Volkshaus.
Jack le tue origini sono genovesi, quanto DNA c'è in te della scuola musicale ligure che ha come esponenti De Andrè, Paoli o Tenco? « Credo di aver preso la malinconia tipicamente ligure di chi guarda il mare e si turba, ma con uno sguardo curioso, ampio, spesso fantasioso per chi vuole capire cosa c'è oltre. Sono un romantico malinconico».
Pochi giorni fa ti sei esibito sul palco di Sanremo, quali sono le tue impressioni da ospite? «Stare sul palco dell'Ariston è stato emozionante, ne ho sentito veramente il peso. Poi le polemiche sulla vittoria che ci sono state, chiaramente, mi dispiacciono molto perché non fanno bene né alla musica, né al sistema discografico in sé».
Chiudiamo la parentesi sanremese e parliamo invece di te e del tuo album "Singing to strangers": chi sono questi strangers (sconosciuti) per un italo/inglese? «Tutto è nato da una conversazione che mia figlia di sette anni ha tenuto con i suoi coetanei, e che sono riuscito a captare, dove specificava che suo padre gira per il mondo "cantando a degli sconosciuti". Ed è una descrizione semplice e davvero azzeccata. Il mio mestiere è quello di intrattenere persone che pagano un biglietto per il concerto o pagano un prezzo per ascoltare l'album. Sono i fan che non conosco, ma per cui mi impegno al massimo per soddisfarli. Per questo ho scritto dei brani che hanno carattere, che si vogliono far notare, lo devo al pubblico».
Questo album lo hai registrato nello studio dove incide Ennio Morricone, duetti con Kylie Minogue e hai avuto la collaborazione con Bob Dylan: ottime referenze! « »
«Sono parti importanti del mio lavoro che accrescono la mia voglia di andare avanti e mi danno la fiducia di aver intrapreso la strada giusta. L'European Tour avrà inizio in Italia a Padova per poi approdare a Lugano e Zurigo, dove mi sono sempre trovato bene, non vedo l'ora di esibirmi».
Nel tuo curriculum c'è anche la partecipazione al video di "Queenie Eye" di Paul McCartney negli storici studi di Abbey Road. «È stata un'esperienza incredibile far parte di quel video. Durante le prove mi sono trovato a discutere con lui su quale dei pianoforti presenti avessero usato i Beatles per comporre una delle loro canzoni che preferisco. Paul McCartney mi ha accompagnato vicino ad un altro pianoforte mostrandomi le canzoni che avevano creato suonandolo…e dalle sue dita sono uscite le note di Lady Madonna. Ho vissuto un pezzo di storia incredibile! E l'ho vissuta con una delle persone più umili che abbia mai conosciuto. Ho visto ragazzi a Sanremo che l'umiltà non sapevano cosa fosse!».
Nel tuo repertorio invece c'è "Candlelight" la canzone di punta di questo album. Si dice che sia un brano "tipicamente da colonna sonora di James Bond", è vero? «Sì, sono impressioni che vengono dall'Inghilterra dove, appunto, hanno catalogato questa canzone secondo un tema a loro particolarmente caro; le sonorità sembrano prestarsi bene a questo tipo di filmografia che rendevano James Bond tipicamente misterioso, magari un po' più internazionale. Il video di Candlelight è stato girato a Roma in un'atmosfera tipicamente anni settanta in cui ho cercato per poche ore di essere Marcello Mastroianni, perché questo album è un omaggio alla musica romantica d'autore prodotta in quegli anni. E' una dedica a quell'atmosfera che si riusciva a creare con l'uso della voce e di alcune sonorità uniche nel loro genere e che ritengo nelle mie corde. Purtroppo in radio non ci sono molte canzoni romantiche, forse le passano solo a Natale...». Nel frattempo, in sottofondo, nella hall dell'hotel dove stiamo facendo l'intervista, viene trasmesso un brano con la voce di Alberto Lupo (la voce maschile di Parole Parole di Mina). Jack Savoretti si blocca, ascolta la voce e con un «Wow, what's that?» si incanta ascoltando la modulazione calda di Lupo: «È questo che intendo quando dico che la musica italiana crea l'atmosfera. Quanto è romantica e unica questa voce?». Come dargli torto sapendo che anche Alberto Lupo era nato a Genova?
Jack Savoretti
domenica 20 marzo 2022, ore 20.00
Volkshaus, Zurigo
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