C’è fermento nel backstage del Kaufleuten domenica 5 dicembre: pochi minuti prima del concerto di Marco Masini si discute ancora qualche cambiamento della scaletta con la band e poi , Marco dà uno sguardo al cellulare ed esulta “Ragazzi abbiamo vinto lo Zecchino d’oro!”. Ed è vero, la canzone “ Superbabbo” vincitrice della 64 edizione del concorso canoro per bambini piu’ famosa e longeva d’Italia è stata scritta proprio da lui per la piccola Zoe di nove anni.
Si ritorna subito ai preparativi per lo spettacolo perché il kaufleuten è pieno dei suoi fan che lo aspettano e ma riusciamo ugualmente a strappargli qualche riflessione:
Marco, so che hai uno studio di registrazione in casa: sei riuscito a comporre e a superare la pandemia sfruttando la tua attrezzatura?
«Ho approfittato in questo brutto momento, piu’ per comporre, che per sperimentare. Sono passato ad una sperimentazione piu’ tecnica imparando e sfruttando tutte le potenzialità delle mie attrezzature…plug in, programmi audio, tecniche di registrazione. E’ stato piu’ difficile scrivere storie perché le parole che ti vengono da mettere in musica devono scaturire da una vita vissuta. E durante il lockdown c’era davvero poco di entusiasmante da raccontare tranne passare dalla camera al divano e al giardino. Avevo bisogno di storie che si vivevano o che erano vissute dagli altri per comporre».
Stasera porti con te 30 anni di carriera. Cosa cambieresti dopo tanti anni in questo testo “ Se mi guardo nello specchio, con il tempo che è passato, sono solo un po’ piu’ ricco, piu’ cattivo, piu’ invecchiato”?
«No, le canzoni non si cambiano mai. Appartengono a quel periodo e ne scriverei altre ma lasciando le parole di quel momento che mi ricordano una determinata situazione. Era un momento particolare in cui ero all’inizio e in cui c’erano anche contestazioni sul mio modo di esprimermi».
In effetti non ti si addiceva il titolo del “buon cantante nazional popolare “…
«Io avevo risposto facendo un discorso piu’ generazionale, non solo a nome mio ma parlando di un determinato contesto anche a nome di tanti ragazzi che avevano sogni come me e con parole dirette».
Sotto i post dei tuoi video, soprattutto per quanto riguarda l’ultima canzone presentata a Sanremo “Il confronto” ci sono tanti commenti in cui i tuoi fans scrivono che “Masini è un poeta, ma per pochi”: pero’ i teatri non si riempiono, dopo 30 anni, con poche persone. Significa che le tue parole, la tua poesia o le tue contestazioni sono arrivate davvero a molti con grande successo.
«In realtà noi scriviamo e c’è chi ci segue e ci viene dietro e chi meno. Nella vita ci sono molti cambiamenti anche nel modo di cantare, esprimersi e nel pubblico che ascolta e percepisce. Una cosa molta bella che ho visto è che le persone che mi seguono da tanti anni insegnano le mie canzoni ai propri figli e questo mi onora molto, è un gesto molto bello che mi stimola, dopo tanti anni, ad adattare il linguaggio, ad arrivare anche alle nuove generazioni».
Parlando di giovani, sempre in Disperato, scrivevi “quando ho smesso di studiare e di campare di illusioni sono stato il dispiacere di parenti e genitori”. Oggi il mondo della musica è “usa e getta” per i ragazzi. Cosa consiglieresti alla nuova generazione?
«Ma guarda, ci sono mille altre strade oggi nel mondo del lavoro, alcuni mestieri sono addirittura scomparsi. Io sono un uomo del 64 ed è difficile per me consigliare qualcosa ad un giovane tranne quello di seguire le sue passioni, innamorarsi, innamorarsi sempre di qualcosa e perseguirlo fino alla morte: è il motore vero per avere successo».
Marco Masini scappa dal suo pubblico e un minuto dopo lo scroscio di applausi è tutto per lui e per le canzoni che hanno emozionato in 30 anni di carriera anche i fan zurighesi.