Lo raggiungiamo telefonicamente prima che parta in tournée. Nino, pur sapendo di essere un'icona della canzone napoletana ti aspettavi tutto questo consenso a Zurigo? «Sono felicissimo! Mi rendo conto di essere molto amato all'estero e so che, grazie anche a un'evoluzione etnica di alcuni brani, sarà presente un pubblico non strettamente di italiani, ma anche di stranieri. Il mio è un ritorno al Volkshaus, un teatro in cui debuttai 35 anni fa, quindi è un motivo di immenso orgoglio sapere che dopo tutto questo tempo i miei fans saranno ancora più numerosi».
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Foto Gloria Bressan e Manuela Sarcinelli
Gli espatriati verranno ad ascoltare quello che è considerato un simbolo della città partenopea… «Il ruolo che ha la mia faccia conosciuta lo intuisco ogni giorno. Quando, per i miei 60 anni, mi sono regalato il concerto al San Paolo, il calore, soprattutto dei giovani, è stato la celebrazione di un trionfo che mi ha riempito il cuore. Sai, il mio è un rapporto d'amore: Napoli ha nelle vene me e io ho nelle vene Napoli».
Anche la tua storia personale ha contribuito a creare l'immagine di una persona da stimare e in cui immedesimarsi? «La mia storia è quella di uno che ce l'ha fatta nonostante sia cresciuto in un quartiere disagiato. È una storia di forza di volontà, ma anche di speranza. Io sono uscito dall'anonimato grazie al mio talento, ma soprattutto grazie ai napoletani. Loro mi hanno dato la forza per farcela rimanendo me stesso, senza rinnegare mai le caratteristiche proprio del mio sangue partenopeo per cui la gente ha iniziato ad amarmi. Non è stato facile affrontare le difficoltà, il razzismo e i pregiudizi, ma li ho superati con la dignità e le capacità che mi contraddistinguono».
Rimani un simbolo positivo nonostante il trend del momento sia quello di mostrare una città con degli eroi negativi che, al contrario della tua esperienza, lasciano poco spazio al riscatto personale… «Certo, è un luogo comune che non voglio assecondare, non per negare l'evidenza, perché Napoli oggettivamente, non è solo Gomorra. I problemi della città sono innegabili, ma perché non si esalta l'altissimo livello culturale e il valore delle bellezze artistiche? Napoli è bella da togliere il respiro! Mi domando: come mai non fanno una serie più romantica in una location come Capri?»
Parlando con Nino D'Angelo si percepisce la sensazione, in questo tour in cui gli spettacoli sono "sold out", che ricomincia la sua carriera da capo con l'entusiasmo travolgente degli inizi. E dopo 45 anni di attività, per lui è una soddisfazione poter raccogliere con serenità il frutto del suo successo e condividerlo col suo pubblico.